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Screenshot_2024-06-30_alle_10.50.49.png Il granchio blu ha causato sino ad
oggi danni per 100 milioni di euro ai pescatori italiani,
devastando gli allevamenti di vongole e cozze ma facendo piazza
pulita anche di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come
sogliole e cefali, per un conto che rischia di raddoppiare se non
verranno presi provvedimenti per fermare l'invasione del "killer
dei mari". E' il bilancio stilato dalla Coldiretti Pesca al
Villaggio di Venezia, con il Veneto che è la regione più colpita
dall'emergenza. Per l'occasione è stata allestita un'esposizione
delle specie più a rischio a causa dell'invasione della specie
aliena originaria delle coste Atlantiche dell'America, mentre i
cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica hanno preparato
una serie di ricette per valorizzare in cucina il temibile
predatore, con la cattura per il consumo che è oggi la soluzione
più valida per affrontare il problema.
Il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta
causando i danni più ingenti. A partire dalla primavera 2023 ed a
tutt'oggi, sia nel versante veneto che in quello emiliano la
produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il
predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo
averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali. Devastati anche gli
allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop.
Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre
2.000 famiglie, con una gran parte dei dipendenti delle
cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e
con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che
non possono beneficiarne.
Una minaccia mortale per un settore, quello dell'acquacoltura,
che è uno dei fiori all'occhiello della pesca Made in Italy con
un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro, dove
la voce più pesante è rappresentata proprio dalle cozze, con le
vongole al terzo. Ma cresce anche la produzione di ostriche che
sta diventando un'eccellenza Made in Italy.
Un comparto che potrebbe acquisire un'importanza sempre maggiore
considerato che nel 2022 a livello mondiale, per la prima volta
nella storia, l'acquacoltura ha superato la pesca di cattura come
principale settore di produzione di animali acquatici, secondo
l'ultimo rapporto pubblicato dall'Organizzazione delle Nazioni
Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao).

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