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Ha fatto tappa a Pescara oggi al porto turistico Marina di Pescara la tappa di “Aromi d’Italia”, viaggio itinerante ideato nell’ambito del progetto ‘Scopri l'Italia che non sapevi - Viaggio italiano', frutto di un accordo di programma tra il Ministero del Turismo e la Commissione Politiche per il Turismo coordinata dalla Regione Abruzzo. L’iniziativa, che vede la Toscana come capofila attraverso Toscana Promozione Turistica, coinvolge tutte le regioni e le province autonome italiane nell’ambito del Piano di Promozione Nazionale (PPN) del Ministero del Turismo 2022 e ha l’obiettivo di far conoscere le eccellenze enogastronomiche regionali italiane in maniera innovativa.

Nei mesi scorsi un pool di esperti e le istituzioni locali hanno individuato un prodotto o un piatto “simbolo” e ne hanno estrapolato l’identità olfattiva, l’aroma che richiama quella pietanza e che ogni territorio da utilizzare come strumento di conoscenza e valorizzazione favorendo una il racconto della cultura italiana attraverso la diversità dei profumi e dei sapori enogastronomici locali.

Il tour “Aromi d’Italia” – partito da Torino il 2 settembre per concludersi a fine ottobre – si articola in 17 tappe con l’obiettivo di far scoprire i prodotti tipici e le ricette dei diversi territori attraverso un bus-ristorante di ultima generazione con all’interno cucina e tavoli per la degustazione gestito dalle delegazioni locali della Federazione Italiana Cuochi e il kit olfattivo capace di evocare in maniera immediata i luoghi da cui provengono.

La tappa abruzzese di oggi ha avuto come protagonista il Pecorino di Farindola, il prodotto selezionato per la regione Abruzzo al quale è stato associato il sentore di pino mugo. A fare gli onori di casa sono stati il sottosegretario con delega al Turismo Daniele D’Amario e il sindaco di Farindola Luca Labricciosa, insieme al presidente onorario del consorzio di tutela del Pecorino di Farindola Ugo Ciavattella, mentre all’Unione Cuochi Abruzzesi è spettato il compito di interpretare i i due piatti che hanno egregiamente interpretato il tema, ideati dalla chef Giovanna De Vincentis e realizzati con gli chef Emma Barone, Carlo Auriti, Nicla Santilli e Lorenzo Pace: il Morbido di Pecorino di Farindola, frolla salata di peperone secco di Altino, spugna e maionese di pino mugo e il Pan cotto con crema di Pecorino di Farindola, erbe spontanee, pomodorini canditi e olio con il pino mugo.

Volendo uscire da una narrazione anche un po’ stereotipata dell’Abruzzo gastronomico associato più di recente all’arrosticino, prodotto nobilissimo legato alla tradizione agropastorale della Transumanza  – ha detto Daniele D’Amario– come Regione Abruzzo abbiamo provveduto ad indicare tra i nostri prodotti caratteristici un unicum italiano, e forse mondiale, in quanto è quello di Farindola è il solo formaggio ad essere realizzato utilizzando caglio di suino, in grado di conferirgli profumi più marcati, soprattutto nelle forme più stagionate. Un prodotto ricco di storia e tradizione, conosciuto e apprezzato anche oltre i confini nazionali, tutelato con il marchio dei Presìdi Slow Food e inserito tra i 150 PAT Prodotti Agroalimentari Tradizionali riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf)”.

Il sindaco di Farindola Luca Labricciosa ha posto l’attenzione su quello che il Pecorino di Farindola ha rappresentato e rappresenta oggi in chiave socio-economica per il territorio, vale a dire «l’emblema della rinascita delle nostre aree interne, un’occasione di sviluppo e ripopolamento dei borghi di montagna altrimenti destinati all’abbandono. Tanti giovani che insistono nell’areale di produzione che abbraccia diversi comuni delle province di Pescara e Teramo hanno deciso di restare dedicandosi alla produzione di questa autentica eccellenza dell’agroalimentare regionale rilanciando la micro-economia del territorio anche in chiave turistica».  

A seguire, il veterinario di campagna – come ama definirsi – Ugo Ciavattella, presidente onorario del Consorzio di tutela e tra i principali ispiratori del recupero del prezioso formaggio, ha rivelato come il Pecorino di Farindola non sia soltanto elemento della storia e della tradizione locale quanto una vera e propria «chicca nutrizionale per i consumatori in quanto contenente alti valori di Omega 3 e Omega 6 rispetto ad altri prodotti tanto che la dicitura “apportatore di Omega 3” si potrebbe scrivere anche in etichetta».

Il progetto: “Scopri l’Italia che non Sapevi” è una strategia di promozione comune delle Regioni Italiane frutto di un accordo di programma tra il Ministero del Turismo e la Commissione Politiche per il Turismo – coordinata dalla Regione Abruzzo – della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione con ENIT. Un progetto che vede il coinvolgimento in qualità di capofila delle Regioni Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo, ognuna per la valorizzazione di una tematica specifica (borghi, turismo lento, turismo attivo, natura e parchi) con quest’ultimo anche responsabile degli aspetti legati all’interoperabilità con il Tourism Digital Hub. A queste si sono unite le Regioni partner ai quali sono stati affidati alcuni tematismi verticali. Regione Toscana (enogastronomia), Friuli-Venezia Giulia (golf) e Campania (itinerari di turismo archeologico subacqueo).

Gli Aromi d’Italia: Pecorino di Farindola (Abruzzo), Pasta con peperone crusco (Basilicata), ‘Nduja (Calabria), Pizza (Campania), Parmigiano reggiano (Emilia-Romagna), Frico (Friuli-Venezia Giulia), Carciofi alla romana (Lazio), Trofie al pesto (Liguria), Risotto alla milanese (Lombardia), Brodetto di pesce (Marche), Scamorza Molisana (Molise), Bagna cauda (Piemonte), Speck (Provincia di Bolzano), Strudel (Provincia di Trento), Orecchiette con cime di rapa (Puglia), Pecorino sardo (Sardegna), Pasta con le sarde (Sicilia), Pane toscano (Toscana), Prosciutto di Norcia (Umbria), Fontina (Valle d’Aosta), Baccalà alla vicentina (Veneto).

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